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DE PROFUNDIS – l‘altra metà del giardino

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da martedí 14 a domenica 19 maggio 2024
DE PROFUNDIS – l‘altra metà del giardino
regia di Paolo Orlandelli.

Costumi di Carla Ceravolo
Con Mauro Toscanelli.
Prod. Mobilità delle Arti, Roma.

Dopo un prologo tratto dal De Profundis, in cui immagino Wilde divenuto statua alla maniera del Principe Felice, che parla ai posteri, si darà spazio alla materia trattata nei tre processi di cui Wilde fu protagonista.
Il primo venne da lui intentato contro Lord Queensberry, padre di Lord Alfred, e si concluse senza un verdetto poiché Wilde ritiró la querela; il secondo venne intentato contro Wilde da Sua Maestà la Regina Vittoria ma il verdetto non fu emanato poiché mancava l’unanimità tra i giurati; il terzo ed ultimo processo vide Wilde condannato al massimo della pena prevista per il reato di sodomia.
Nel tentativo di dimostrare l‘immoralità dell’autore irlandese, nei processi si tratta diffusamente della sua produzione letteraria e, in questa parte dello spettacolo, lo stesso attore interpreterà brani da Il ritratto di Dorian Gray, una parte della requisitoria conclusiva dell‘avvocato dell‘accusa e la sentenza del giudice dell‘ultimo processo.
Tale avvicendamento di temi e personaggi, interpretati dallo stesso attore, nelle mie intenzioni vuole significare la schizofrenia di un sistema giudiziario che puniva i rapporti omosessuali commessi in privato tra maschi consenzienti.
La famigerata clausola Labouchère della Riforma del Codice Penale del 1885, che non veniva applicata anche alle donne poiché la Regina Vittoria riteneva che esse non commettessero certe cose, rimase in vigore sino al 1967 e mieté altre vittime illustri, quale ad esempio il celebre matematico Alan Turing che nel 1954 si suicidó dopo aver subito la castrazione chimica.
Quindi si tornerà al “De Profundis”, per approfondire l‘esperienza del carcere e l‘inaspettata metamorfosi di Wilde, che decide di accettare la prigione come parte del suo destino e che siede con umiltà alla scuola del dolore quale occasione per conoscere una umanità piú autentica e altruista.
Poiché Wilde muore tre anni dopo la scarcerazione, lo spettacolo si chiude con la favola La Sala del Giudizio, dove Wilde immagina che l‘anima di un uomo si trovi al cospetto di Dio e, pur ammettendo tutti gli addebiti, tuttavia non può accogliere il castigo di Dio poiché non è in grado di immaginarlo.

Paolo Orlandelli                 

PAOLO ORLANDELLI, diplomato all‘Accademia Silvio D‘Amico, si specializza in recitazione cinematografica e scrittura presso la Scuola Internazionale per L‘arte dell‘Attore del Teatro di San Miniato.
Studia Educazione della Voce presso lo Speech and Voice Centre di Londra e partecipa all‘Ecole des Maitres diretta da Alfredo Arias.
Attore teatrale, cinematografico, televisivo, è aiuto regista di Salveti, Quartullo, Lepage, Zanussi.
Regista votato all‘attualità ha messo in scena spettacoli di denuncia e impegno civile: Processo Dell‘Utri che gli vale il Premio Cerami come Migliore Regia; Emanuele Scieri, Vittima della Folgore; Davide contro Golia, Cronache del G8 di Genova; Vite Violate, Crimini sessuali nella Chiesa Cattolica; 04–05–‘98: Strage in Vaticano.

     
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